La guerra in Ucraina colpisce ancora una volta chi ne raccontava il dolore. La giornalista ucraina Viktoriia Roshchyna è stata uccisa mentre lavorava per documentare il conflitto. Ne ha dato notizia l’organizzazione ZMINA Human Rights Center, precisando che la reporter era scomparsa da mesi e che le indagini hanno confermato la sua morte.
Viktoriia Roshchyna, 28 anni, era una giornalista freelance pluripremiata, conosciuta per il suo coraggio nel raccontare la guerra dal fronte. Collaborava con diversi media ucraini e internazionali e aveva già subito intimidazioni e arresti durante il suo lavoro.
Roshchyna era scomparsa lo scorso autunno durante una missione nelle zone occupate dai russi. La notizia della sua scomparsa era stata inizialmente tenuta riservata per tentare vie diplomatiche e salvaguardarne la sicurezza, ma con il passare dei mesi il silenzio si è trasformato in una tragica conferma.
ZMINA ha dichiarato: “Viktoriia voleva testimoniare la verità, anche nei luoghi più pericolosi. Ha pagato con la vita il coraggio di essere una cronista libera”.
Roshchyna era diventata simbolo della nuova generazione di reporter ucraini, capaci di raccontare le atrocità del conflitto con uno sguardo indipendente, vicino alle vittime. Aveva già ricevuto premi giornalistici internazionali e il suo lavoro era stato citato in inchieste sui crimini di guerra.
La sua morte riapre con forza il dibattito sulla sicurezza dei giornalisti nelle zone di guerra, in particolare nei contesti occupati dove il rischio di detenzioni arbitrarie, torture e omicidi è altissimo.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso cordoglio e ha definito Viktoriia “una voce di verità e libertà”. Anche l’UNESCO, attraverso una nota ufficiale, ha condannato l’uccisione e ha chiesto indagini indipendenti. Nel 2024, l’Ucraina è stato uno dei Paesi più pericolosi al mondo per i giornalisti.