Ucraina-Russia, Mosca punta su Mariupol: il nuovo piano di Putin

Presidente russo Putin

Mariupol torna al centro dei piani strategici di Mosca. Secondo quanto riportato da Adnkronos, la Russia starebbe accelerando i lavori per trasformare Mariupol, città simbolo della devastazione del conflitto, in un avamposto militare strategico sul fronte sud-orientale. Una mossa che, secondo molti analisti, rientra nella nuova offensiva pianificata dal Cremlino per consolidare il controllo sulle regioni occupate e rafforzare la pressione sull’Ucraina.

Il piano, emerso attraverso fonti di intelligence occidentale, prevedrebbe il rafforzamento delle infrastrutture militari, l’aumento delle forze armate stanziate nella zona e il miglioramento delle linee logistiche verso la Crimea. Mariupol, che si trova in una posizione geografica strategica tra la Russia e la penisola annessa, diventerebbe così un nodo cruciale nella strategia di guerra di Mosca.

Secondo fonti interne, oltre alla presenza militare, si punta anche a una “normalizzazione” forzata della città: propaganda, ricostruzione selettiva e reinsediamento di cittadini filorussi servirebbero a consolidare il controllo politico ed economico della regione.


Dal fronte ucraino si teme che la militarizzazione di Mariupol possa preludere a una nuova grande offensiva da sud. Il Presidente Volodymyr Zelensky ha più volte sottolineato come il destino di Mariupol sia cruciale non solo per l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche per la tenuta del morale nazionale.

Mariupol non è solo un obiettivo strategico: è anche un potente simbolo. La sua caduta, nel 2022, fu uno dei momenti più drammatici dell’invasione russa, con l’assedio sanguinoso dell’acciaieria Azovstal. Ora, la trasformazione della città in una base militare rappresenterebbe un’ulteriore ferita aperta per Kiev, ma anche una sfida geopolitica per l’Occidente.


La comunità internazionale osserva con attenzione. L’espansione militare russa a Mariupol potrebbe complicare ulteriormente i negoziati per un cessate il fuoco e mettere a rischio le iniziative di pace. Mentre l’Europa e gli Stati Uniti cercano di mediare, il Cremlino sembra voler consolidare “sul campo” i suoi vantaggi strategici, rendendo il conflitto ancora più difficile da risolvere.