Trump sfida giudice: video choc su migranti e rischio denuncia

Baltimora, protesta contro la deportazione dei Venezuelani

Donald Trump ha nuovamente acceso il dibattito sull’immigrazione con la pubblicazione su Truth di un video choc che mostra l’arrivo, in un aeroporto in assetto di guerra, degli oltre 200 migranti venezuelani, ritenuti da Washington membri della gang Tren de Aragua, classificata come organizzazione terroristica, deportati nelle famigerate prigioni di massima sicurezza salvadoregne a seguito di un accordo con il Presidente Nayib Bukele.

“Questi sono i mostri inviati nel nostro Paese da Joe Biden l’imbroglione e i democratici estremisti di sinistra”, ha dichiarato Trump a commento del video. La clip, già diffusa dal Presidente salvadoregno Nayib Bukele, mostra uomini in catene, tutti costretti a camminare piegati, vengono poi trascinati via dall’aereo da militari in tenuta da assalto. Il video continua con l’arrivo di decine di pullman e un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine e militari, nel carcere di super sicurezza, dove i detenuti vengono fatti inginocchiare e vengono rasati.

Il coinvolgimento di Bukele sembra tutt’altro che casuale. Il Presidente salvadoregno, noto per il suo approccio autoritario e la retorica provocatoria — si definisce “il dittatore più cool del mondo” — ha annunciato per primo l’arrivo dei venezuelani, commentando ironicamente: “Ops… troppo tardi”, in riferimento al blocco imposto dal giudice. Subito dopo, hanno fatto eco i messaggi celebrativi del segretario di Stato Marco Rubio e dell’attorney general Pam Bondi, che hanno definito l’operazione una “vittoria storica” nella lotta contro “stranieri che con la guerriglia terrorizzavano gli americani”. Trump ha poi ringraziato pubblicamente il Presidente Nayib Bukele per la cooperazione: “Grazie al El Salvador e grazie in particolare al Presidente Bukele che ha capito questa orribile situazione”.

La pubblicazione del video giunge in un momento estremamente delicato: un giudice federale – James Boasberg, aveva infatti bloccato per due settimane l’attuazione del provvedimento firmato in segreto da Trump per procedere con le espulsioni. La base legale? Una legge risalente al 1798 — l’Alien Enemies Act — già usata solo tre volte nella storia degli Stati Uniti, l’ultima durante la Seconda Guerra Mondiale, che consente al Presidente di espellere cittadini stranieri considerati “nemici” in tempi di conflitto.

Nel suo blocco temporaneo, il Giudice Boasberg aveva anche ordinato il rientro immediato degli aerei già decollati con i venezuelani a bordo. Tuttavia, secondo la portavoce della Casa Bianca – Karoline Leavitt, l’ordine non sarebbe stato violato, poiché i migranti erano “già rimossi dal territorio americano” al momento della sentenza. Leavitt ha poi contestato apertamente l’autorità della magistratura federale: “Un singolo giudice di una singola città non può controllare i movimenti di aereo pieno di terroristi stranieri che sono stati espulsi fisicamente dagli Usa”, ha detto, rivendicando un ampio margine d’azione presidenziale in materia di sicurezza e politica estera.

Sul New York Times si legge che un giudice federale di Washington ha disposto che ci sono “motivi probabili” per accusare l’amministrazione Trump di oltraggio alla Corte, per aver ignorato un ordine che vietava la deportazione di migranti venezuelani verso El Salvador. Secondo il giudice James E. Boasberg, i funzionari federali avrebbero agito con “disprezzo volontario” nei confronti delle direttive, mostrando scarso rispetto per l’autorità giudiziaria.

Il Giudice Boasberg ha comunque chiarito che: “È un principio giuridico fondamentale che ogni ordine giudiziario ‘deve essere rispettato’ – per quanto ‘errato’ possa essere – fino a che non venga annullato da una corte superiore”. Ha inoltre criticato la risposta del Governo, affermando che “nessuna delle risposte fornite è stata soddisfacente”. L’episodio riaccende la polemica sull’uso delle leggi d’emergenza da parte dell’esecutivo in materia di immigrazione.

La Casa Bianca ha annunciato un ricorso, sottolineando con un post della portavoce Karoline Leavitt: “Intendiamo chiedere immediatamente un provvedimento d’appello. Il Presidente è impegnato al 100% a garantire che terroristi e immigrati clandestini criminali non rappresentino più una minaccia per gli americani e le loro comunità in tutto il Paese”.