Tregua violata, accuse incrociate tra Kiev e Mosca

Vladimir Putin

All’indomani dell’annuncio della “tregua di Pasqua” da parte di Vladimir Putin, Kiev e Mosca si rinfacciano nuove violazioni del cessate il fuoco. Secondo quanto riferito dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, l’esercito russo «sta cercando di creare un’impressione generale di cessate il fuoco, ma in alcuni luoghi non abbandona i singoli tentativi di avanzare e infliggere perdite all’Ucraina».

Ufficialmente, la tregua sarebbe dovuta iniziare alle 18:00 di sabato (le 17:00 in Italia) e concludersi alla mezzanotte di domenica. Ma il bilancio delle ultime ore è drammatico. «Tra le 18:00 e la mezzanotte di ieri l’esercito russo ha effettuato 387 bombardamenti e 19 attacchi, cui si aggiungono altre 26 operazioni d’assalto tra mezzanotte e mezzogiorno di oggi», spiega Zelensky su Telegram. A Kherson, un attacco con droni ha provocato la morte di un uomo, secondo quanto riferito dal capo dell’amministrazione regionale Oleksandr Prokudin.

Mosca, dal canto suo, ribalta le accuse: «L’esercito russo rispetta rigorosamente il cessate il fuoco, in conformità con gli ordini del presidente Putin», dichiara il ministero della Difesa, che accusa invece Kiev di aver tentato attacchi nella notte contro le posizioni russe nel Donetsk occupato. Gli assalti sarebbero stati respinti, ma con vittime civili. In totale, secondo i dati russi, le regioni di confine di Bryansk, Kursk e Belgorod avrebbero subito 12 bombardamenti, 33 attacchi con droni e sette lanci di munizioni.

Il diplomatico russo Rodion Miroshnik, incaricato del monitoraggio dei cosiddetti “crimini del regime di Kiev”, ha affermato che «gli ucraini hanno dimostrato la loro incapacità di cessare il fuoco nemmeno per 30 ore». Inoltre, prima dell’inizio della tregua, Mosca avrebbe preso il controllo del villaggio di Novomikhailovka, nel Donetsk.

A gettare ulteriore benzina sul fuoco è stato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che ha accusato l’Unione Europea di voler «resuscitare l’ideologia del nazismo» per il desiderio di impedire a leader europei di recarsi a Mosca il 9 maggio, data simbolo per la Russia della sconfitta del nazismo. In un contesto che resta gravemente instabile, l’iniziativa di Putin si rivela al momento inefficace: la tregua annunciata è già svanita sotto il fuoco incrociato delle accuse e delle armi.

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