Se pace in Ucraina, invio di 30 mila soldati da UE

Macron e Starmer

L’incontro svoltosi a Riad all’inizio della settimana, tra la Delegazione americana e quella russa, ha modificato gli equilibri in maniera radicale. L’Ucraina ridotta per ora al ruolo di spettatore e l’Europa costretta a rincorrere un posto al tavolo.

Trentamila soldati europei in Ucraina per blindare la pace dopo l’eventuale accordo con la Russia. E’ il piano che il Premier britannico Keir Starmer sottoporrà al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump la prossima settimana nell’incontro a Washington. L’inziativa di Starmer, che volerà negli USA con il Presidente francese Emmanuel Macron, è un passo cruciale nella strategia dell’Europa, che punta a recuperare posizioni nello scacchiere monopolizzato dal dialogo USA-Russia.

Starmer e Macron puntano ad aprire un rapporto efficace con Trump dopo i contatti telefonici degli ultimi giorni. Il piano delineato dal Premier britannico trova spazio sul Telegraph e sul The Guardian che, in particolare, si sofferma sulla creazione di una forza di garanzia europea per impedire possibili futuri attacchi russi a città, porti e infrastrutture cruciali in Ucraina in caso si arrivi a un accordo di pace mediato dagli Stati Uniti.

La proposta coinvolgerebbe meno di 30.000 truppe e sarebbe probabilmente concentrata sulla difesa aerea e marittima, mentre sarebbe minimo il coinvolgimento di forze di terra, non dispiegate vicino alla linea del fronte nell’est dell’Ucraina.

Nei giorni scorsi, Trump si è espresso positivamente sull’ipotesi di un impegno militare dei paesi europei: “Se vogliono mandare soldati” come peacekeeper, “splendido. Noi non manderemo nessuno” – ha dichiarato il Presidente degli Stati Uniti che da una settimana non perde occasione per mettere in risalto lo sforzo sostenuto da Washington dall’inizio della guerra per aiutare l’Ucraina e sostiene che l’impegno dell’Europa sia stato nettamente inferiore rispetto a quello americano: “Noi abbiamo un oceano che ci divide dalla guerra. Il problema riguarda soprattutto l’Europa“.