Molti paesi che, per ordine del Presidente degli Stati Uniti, avrebbero dovuto accogliere il rimpatrio di migranti sudamericani residenti negli Stati Uniti e i palestinesi di Gaza, hanno rifiutato di ubbidire agli ordini di Trump.
L’Egitto ha informato gli Stati Uniti che ha respinto la proposta del Presidente Donald Trump di trasferire i palestinesi dalla Striscia di Gaza sul proprio territorio. Lo riferisce una fonte egiziana alla stampa saudita, citata da Haaretz.
Anche la Giordania, tramite il Ministro degli Esteri Ayman Safadi, ha respinto il trasferimento forzato dei palestinesi di Gaza. “Il nostro rifiuto al trasferimento dei palestinesi è fermo e non cambierà, la Giordania è dei giordani e la Palestina dei palestinesi” – ha dichiarato il titolare degli Esteri, Safadi.
Anche la Repubblica della Colombia ha rifiutato di far atterrare gli aerei che avrebbero dovuto rimpatriare decine di migranti irregolari cittadini colombiani dagli Stati Uniti d’America ,seguendo i primi ordini esecutivi di Trump. “Gli Stati Uniti non possono trattare come delinquenti i migranti colombiani” – ha dichiarato il Presidente colombiano Gustavo Petro.
Trump ha immediatamente minacciato dazi e sanzioni contro il Paese sudamericano.
Intanto, forti tensioni si registrano anche negli Stati Uniti dove a Chicago sono stati avviati i raid per arrestare i migranti, in applicazione della nuova politica di rimpatri forzati varata dal Presidente.
A darne l’annuncio è stato l’US Immigration and Customs Enforcement che, in un comunicato, ha parlato di collaborazione con altre agenzie federali – tra le quali Fbi e la Dea – per “operazioni mirate rafforzate tese a proteggere la sicurezza pubblica e nazionale tenendo stranieri criminali potenzialmente pericolosi fuori dalle nostre città“. A supervisionare i raid sono arrivati nella città a guida democratica Tom Honan, il cosiddetto zar del confine a cui Trump ha affidato la gestione di quella che ha promesso come “una deportazione di massa” di milioni di migranti, e il Viceministro della Giustizia ad interim, Emil Bove, secondo quanto riferisce il Chicago Sun Times.