Non ci sarà (almeno per ora) nessuna maxi-multa da oltre un miliardo di dollari contro X, l’ex Twitter di Elon Musk. A chiarirlo è stato il Portavoce della Commissione europea, Thomas Regnier, che ha definito “sbagliate” le indiscrezioni pubblicate dal”. Secondo il quotidiano statunitense, Bruxelles sarebbe pronta a punire la piattaforma per presunte violazioni del Digital Services Act (DSA), la nuova normativa che impone obblighi stringenti alle grandi piattaforme online per contrastare disinformazione e contenuti illeciti.
Ma da Bruxelles arriva una smentita netta: “Non c’è alcuna proposta di multa sul tavolo per nessuna delle indagini DSA attualmente in corso su X”, ha dichiarato Regnier, specificando che il procedimento resta aperto e in fase di istruttoria tecnica.
L’ex Twitter è da mesi oggetto di attenzioni da parte dell’Unione Europea. A dicembre, la Commissione aveva ufficialmente aperto un’indagine per verificare se la piattaforma rispettasse le regole previste dal Digital Services Act, entrato in vigore per le cosiddette Very Large Online Platforms (VLOPs) come X, Google, Meta e TikTok.
Tra i punti sotto osservazione figurano la gestione dei contenuti d’odio, la trasparenza degli algoritmi, le misure contro la disinformazione e la protezione dei minori. L’indagine su X si concentra in particolare sulla presunta diffusione di contenuti illegali, disinformazione e mancanza di un sistema efficace per la moderazione.
Nonostante l’assenza di sanzioni imminenti, l’Ue mantiene alta l’attenzione. “Le indagini sono in corso a livello tecnico”, ha sottolineato il Portavoce della Commissione, lasciando intendere che eventuali misure arriveranno solo a conclusione del procedimento.
La notizia della presunta sanzione aveva rapidamente fatto il giro del mondo, spingendo alcuni osservatori a parlare di una prova di forza tra Bruxelles ed Elon Musk, da sempre critico nei confronti delle regolamentazioni europee. Ma, per ora, nessuno scontro diretto: solo verifiche in corso.
La partita tra la piattaforma di Musk e l’Unione Europea è tutt’altro che chiusa. E la posta in gioco è alta: la credibilità del Digital Services Act come strumento per garantire un internet più sicuro, e la libertà – o responsabilità – dei colossi tech nel regolare i contenuti online.