Meloni lavora per l’intesa USA-UE sui dazi, ma chiede un vertice per la pace

Giorgia Meloni

La frenata sui dazi annunciata da Donald Trump, seguita dal rinvio delle contromisure europee, apre uno spiraglio e ridisegna l’orizzonte della missione di Giorgia Meloni a Washington. A Palazzo Chigi si parla di “ottime notizie”. Ma la prudenza resta d’obbligo. Lo scenario è teso, il margine d’azione limitato. E per questo la visita alla Casa Bianca, già prevista nelle prossime settimane, non sarà solo l’occasione per discutere di commercio.

L’obiettivo della Premier, secondo i suoi collaboratori, è allargare il confronto, rilanciando anche l’idea di un vertice Usa-Ue per la pace in Ucraina. E affermare una linea di equilibrio nei rapporti con l’amministrazione Trump, all’interno di un’agenda che includerà anche la NATO, le spese per la difesa, il Medio Oriente e i rapporti bilaterali con gli Stati Uniti.

Sui dazi, Meloni intende muoversi nella cornice europea ma con attenzione agli interessi nazionali. L’ipotesi su cui si lavora è quella di una convergenza USA-UE per frenare le tensioni e favorire un patto commerciale strutturato. Ma non è lei a trattare a nome dell’Unione. Fin dall’inizio della nuova presidenza americana, la premier ha letto le sortite più dure di Trump come messaggi rivolti a Pechino, più che all’Europa. Una visione confermata oggi, anche nella lettura del capodelegazione FdI al Parlamento europeo, Carlo Fidanza: “Trump ci sta dicendo: volete o no far parte di un blocco occidentale anticinese?”.

È anche per questo che Meloni spinge da settimane per una revisione del Green Deal. L’automotive è il nodo politico e industriale più evidente, con la richiesta di rinviare lo stop ai motori endotermici previsto per il 2035. Un settore che in Italia rischia ricadute pesanti a causa dei dazi USA sull’export tedesco, che coinvolge direttamente parte della nostra filiera.

Ma l’allarme non riguarda solo l’automotive. I segnali di preoccupazione arrivano anche dal settore dell’arredo e del design – che negli Usa ha il primo mercato extra-UE, come emerso dalle prime giornate del Salone del Mobile di Milano. Una visita della Premier era prevista, annunciata da Palazzo Chigi, ma poi annullata all’ultimo. Forse anche per evitare il rischio di una sovrapposizione politica con Elly Schlein, attesa a sua volta negli stessi spazi. “Se c’è Meloni, non inviti i leader dell’opposizione…”, osserva un fedelissimo della Presidente

Le Opposizioni, intanto, alzano il tiro. La Segretaria del PD critica le ipotesi di revisione del Pnrr come un “gioco delle tre carte” e chiede al governo di aprire un confronto vero. “Sarebbe giusto – dice Schlein – che la Presidente del Consiglio chiamasse anche le Opposizioni ”.

Carlo Calenda rilancia con un documento in quattro punti inviato a Palazzo Chigi: taglio dei costi energetici, cancellazione di Transizione 5.0, moratoria sui debiti e cassa integrazione estesa.

Suggerimenti simili arrivano anche da Matteo Renzi, che propone un ritorno a Industria 4.0 e il rilancio della legge sul rientro dei cervelli. La sfida, ormai, si gioca tutta sul terreno economico.

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