La visita di Stato del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in Giappone, dal 4 al 9 marzo 2025, si preannuncia come un appuntamento cruciale per rafforzare i legami tra i due Paesi e affrontare le sfide globali. Al centro dei colloqui, che vedranno il presidente italiano incontrare l’imperatore Naruhito e il premier giapponese Shigeru Ishiba, ci saranno temi scottanti come i dazi americani, la cooperazione difensiva e la geopolitica internazionale.
La visita arriva in un contesto internazionale di crescente incertezza, con l’amministrazione Trump che continua a spingere per misure protezionistiche, tra cui dazi elevati su acciaio, alluminio e auto, che potrebbero colpire tanto l’Italia quanto il Giappone. Mattarella e Ishiba discuteranno proprio di come rispondere a queste minacce, con il Giappone che ha già sollevato la questione direttamente con Washington, chiedendo esenzioni dai nuovi dazi. Il rischio di un “incubo tariffario” che coinvolge entrambi i Paesi, simili nella loro struttura economica e nella relazione strategica con gli Stati Uniti, è una delle principali preoccupazioni di questo incontro.
Al di là delle tensioni commerciali, il Giappone si sta anche muovendo diplomaticamente per rinsaldare la sua partnership strategica con gli Stati Uniti, in particolare sul fronte della difesa. Un argomento che, durante il vertice, si estenderà anche alla cooperazione per la realizzazione di un Caccia di sesta generazione, un progetto comune con la Gran Bretagna e l’Italia. L’Indo-Pacifico, un’area cruciale per la sicurezza globale, sarà anche al centro della discussione, con il Giappone che intende consolidare la sua posizione in un contesto di rivalità crescente tra gli Stati Uniti e la Cina.
Il presidente Mattarella, in Giappone, troverà anche una forte connessione simbolica con il passato, in particolare con la tappa finale a Hiroshima. Qui, incontrerà alcuni “hibakusha”, i sopravvissuti alla bomba nucleare americana del 1945, un incontro carico di significato emotivo, che assume una rilevanza ancora maggiore dato il contesto politico attuale. L’uso della bomba nucleare è stato evocato dalla Russia in relazione al conflitto in Ucraina, facendo di questo incontro un momento altamente simbolico in un periodo di turbolenze globali.