“Flotta fantasma” russa nell’Artico: NATO pronta a intervenire

L’Unione Europea alza il livello di attenzione sulle imbarcazioni della cosiddetta “flotta fantasma” russa. Si tratta di navi che non battono bandiere UE, coinvolte in pratiche di navigazione ad alto rischio nel trasporto di petrolio o prodotti petroliferi russi, nella consegna di armi, nel furto di grano o nel sostegno al settore energetico russo. Navi che non potranno più attraccare nei porti europei e saranno sottoposte a un divieto di fornitura di servizi. In questo modo, Bruxelles spera di far lievitare i costi di utilizzo di tali navi per il Cremlino, e di ridurre il numero di imbarcazioni in grado di trasportare il greggio russo.

Una dettagliata inchiesta del Financial Times dimostra che questa flotta è stata costruita grazie alla complicità di imprenditori occidentali che hanno acquistato le navi e le hanno registrate in società basate in luoghi remoti come le Isole Marshall, ma utilizzando soldi della russa Lukoil. Secondo le ricostruzioni del quotidiano britannico, quando nel 2022 sono state imposte le prime sanzioni restrittive occidentali alle esportazioni di petrolio russo, Mosca avrebbe realizzato una flotta di oltre 400 navi dette ‘fantasma’, in grado di trasportare circa 4 milioni di barili di petrolio al giorno al di fuori della portata delle sanzioni, generando miliardi di dollari all’anno di entrate aggiuntive per la sua guerra di Vladimir Putin.

Da quel momento la NATO non ha perso di vista il traffico mercantile “fantasma” della Russia, ritenute anche responsabili di vari precedenti episodi di sabotaggi dei cavi sottomarini e tanto che, recentemente, il Segretario Generale Mark Rutte, ha detto – “Ho parlato con il Premier estone Kristen Michal del presunto possibile sabotaggio dei cavi del Mar Baltico. La NATO – scrive su X Rutte – è solidale con gli alleati e condanna qualsiasi attacco alle infrastrutture critiche. Stiamo seguendo le indagini di Estonia e Finlandia e siamo pronti a fornire ulteriore supporto“. 

L’Unione Europea, intanto, ha annunciato la proposta di ulteriori misure per contrastare la Flotta fantasma di petroliere che portano petrolio russo in modo illecito, dopo che la Finlandia ha indicato una di queste navi come probabilmente responsabile del danno al cavo sottomarino elettrico diretto in Estoni. Si tratterebbe solo dell’ultimo di una serie di attacchi sospetti contro infrastrutture critiche, come si legge in una dichiarazione congiunta della Commissione e dell’Alto Rappresentante. 

In risposta a questi incidenti – si fa riferimento anche a quelli dello scorso novembre – stiamo potenziando gli sforzi per proteggere i cavi sottomarini, incluso con uno scambio di informazioni rafforzato, nuove tecnologie per individuare i responsabili e capacità di riparazione sottomarina e cooperazione internazionale – e si precisa che al momento non ci sono rischi per la sicurezza dei rifornimenti di energia elettrica nella regione.

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