Sono circa 200 gli ex Dirigenti della sicurezza nazionale USA che hanno lavorato per o con la CIA e che hanno inviato un’informativa ai vertici delle Commissioni Intelligence di Camera e Senato manifestando una “profonda preoccupazione” per gli esodi incentivati offerti agli Agenti dell’Agenzia.
La lettera mette in guardia contro possibili “conseguenze terribili“, evocando il rischio di creare un “vuoto di intelligence“, di indebolire le partnership con gli 007 alleati e il contrasto alle minacce di Cina, Russia e Iran.
“L’iniziativa del pensionamento differito – si legge nella lettera visionata dall’Ansa – vuole garantire che la forza lavoro della CIA risponda alle priorità di sicurezza nazionale dell’Amministrazione’ ed è descritta come ‘parte di una strategia olistica per infondere alla CIA un’energia rinnovata‘.
L’obiettivo del provvedimento trumpiano è, infatti, la rimozione forzata di ufficiali che – scrivono gli Agenti nella lettera – aderiscono fermamente alla Costituzione, alla legge e all’obbligo fondamentale di fornire informazioni di intelligence libere da influenze politiche. Le conseguenze di questa politica – scrivono gli ex 007- saranno terribili e vi esortiamo ad agire immediatamente per indagare e fermare questa pericolosa tendenza“.
“In primo luogo – sottolineano – questa iniziativa porterà all’eliminazione sistematica di competenze ed esperienze istituzionali all’interno della CIA in decenni di lavoro e la partenza forzata di dirigenti esperti creerà un vuoto di intelligence che non potrà essere facilmente colmato.
“In secondo luogo – prosegue la lettera – le partnership di intelligence della nostra nazione, alcune delle quali risalgono alla seconda guerra mondiale, dipendono dalla credibilità e dalla competenza degli ufficiali della CIA. Le relazioni di collegamento si basano sulla fiducia e i nostri partner stranieri si affidano a ufficiali esperti che hanno coltivato questi legami per molti anni. Un esodo di massa di personale esperto eroderà queste relazioni, indebolirà la condivisione di intelligence e ridurrà la capacità della Cia di operare efficacemente all’estero“.
“In terzo luogo – si legge nella lettera – la rimozione di dirigenti dell’intelligence “dotati di memoria istituzionale, profondità analitica ed esperienza operativa per fornire ai decisori politici informazioni solide e imparziali indebolisce la nostra capacità di contrastare gli avversari, tra cui primeggiano Cina, Russia e Iran e una schiera di attori terroristici non statali“.
“Nella nostra democrazia – conclude la lettera – la comunità dell’intelligence deve prima di tutto rispondere alla Costituzione e alle nostre leggi e, in secondo luogo, alla verità. La missione della Cia è fornire informazioni oggettive e imparziali ai decisori politici. Gli sforzi per modellare la forza lavoro in modo da dare priorità alla lealtà politica rispetto all’integrità professionale sono antitetici ai principi su cui sono state fondate le nostre istituzioni di intelligence“.