Donald Trump minaccia Unione Europea e Canada

Donald Trump

Donald Trump ha minacciato di dazi doganali aggiuntivi l’Unione Europea e il Canada se nel caso in cui si dovessero coordinare a scapito degli Stati Uniti per rispondere alla guerra commerciale lanciata dagli Usa.

sul social Truth, Trump ha scritto: “Se l’Unione Europea collabora con il Canada per danneggiare economicamente gli Stati Uniti, tariffe su larga scala, molto più grandi di quelle attualmente previste, verranno imposte ad entrambi per proteggere il migliore amico che ciascuno di questi due paesi abbia mai avuto!”

Da Bruxelles Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva della Commissione europea, ha definito una “notizia molto negativa i nuovi dazi del 25% su tutte le automobili. Alla riunione del Consiglio dell’Ue tra i ministri europei dell’ambiente ha detto: “Ci dispiace che l’amministrazione americana agisca contro il buon funzionamento del mercato globale, in un settore, quello dell’auto, che richiede condizioni di concorrenza eque e che ha bisogno di stimoli all’innovazione. Penso che sia negativo per i consumatori, negativo per l’industria. Ma ovviamente dobbiamo anche tutelare i nostri interessi come europei. Lavoreremo insieme al settore per fare in modo che la situazione sia gestibile per le nostre imprese”.

Ribera presenta un prospetto riguardo le prossime mosse e e alle tempistiche della risposta europea ai nuovi dazi, spiegando che occorre prima vedere cosa esattamente intendano fare gli Stati Uniti per “rispondere, ovviamente, di conseguenza”. La funzionaria sottolinea l’intenzione della Commissione di “sostenere un’industria che rispetta standard elevati in materia di diritti del lavoro, di sostenibilità ambientale, e che è fondamentale per il corretto funzionamento dell’economia europea e globale”

Ribera per quanto riguarda l’uso del gas naturale liquefatto statunitense come leva negoziale,evidenzia che i contratti di fornitura “sono soggetti a condizioni commerciali: vengono gestiti, firmati, pagati o interrotti dalle aziende, non dai governi”. Rispetto invece alle importazioni di combustibili fossili russi, attualmente superiori alla traiettoria di annullamento prevista dal piano RePowerEU, la Ribera sottolinea la difficoltà di farlo rispettando lo stato di diritto e garantendo che le azioni dell’Ue siano legalmente valide e prevedibili.