Dazi USA-Cina, l’Italia teme un’invasione di prodotti cinesi: “L’Europa si protegga”

Sede di Alibaba a Shenzhen, Cina

Con l’escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, il governo italiano lancia l’allarme: l’Europa rischia un’invasione di prodotti cinesi a basso costo.

Il motivo? Le tariffe imposte da Donald Trump sull’import cinese hanno ormai raggiunto livelli record, toccando il 145%. Pechino ha risposto con dazi speculari fino al 125% sui beni statunitensi. Ma il vero pericolo per l’industria europea – avverte Roma – è che una parte consistente dell’export cinese, escluso dal mercato americano, venga dirottata sul mercato europeo.

A fronte di questo rischio, l’Italia ha annunciato che chiederà formalmente alla Commissione europea di attivare strumenti di difesa commerciale. “Occorre evitare che la nostra industria venga colpita da un’ondata di concorrenza sleale, legata alla sovraccapacità produttiva cinese e alle distorsioni di mercato”, spiegano fonti di governo.

Le misure richieste potrebbero includere barriere tariffarie temporanee, quote all’importazione o controlli rafforzati, soprattutto nei settori più esposti: elettronica, acciaio, batterie, automotive e tessile.

Il timore è condiviso anche da altri Stati membri. La Commissione europea sta monitorando la situazione, ma al momento non è stato ancora avviato un procedimento ufficiale. Tuttavia, il rischio di dumping – cioè la vendita di beni a prezzi inferiori al valore di mercato – è concreto, anche perché la Cina sta cercando nuovi sbocchi per la sua produzione in eccesso, in particolare nei comparti ad alto valore aggiunto come auto elettriche e pannelli solari.

L’Europa, già sotto pressione per ridefinire i propri rapporti con Pechino e Washington, si trova ora a gestire una crisi commerciale globale che rischia di travolgerla da spettatrice.

Il governo italiano spinge per un’azione rapida. “Non possiamo restare fermi a guardare”, sostengono ambienti vicini al ministero del Made in Italy. “Serve una risposta coordinata, preventiva e proporzionata da parte dell’UE, altrimenti interi comparti produttivi europei rischiano di essere messi in ginocchio”.

Le tariffe americane, infatti, potrebbero alterare radicalmente gli equilibri del commercio globale, scatenando una guerra dei prezzi con ripercussioni sull’occupazione e sulla competitività delle imprese europee.

Mentre Pechino e Washington alzano i toni e i dazi, l’Europa rischia di diventare il campo di battaglia economico della nuova guerra commerciale. E l’Italia, con la sua struttura produttiva orientata all’export e al manifatturiero, non può permettersi di sottovalutare il rischio. L’appello è lanciato: ora tocca a Bruxelles decidere se e come proteggere il mercato unico.

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