Cecilia Sala, alla quale hanno concesso di chiamare madre, padre e compagno, ha raccontato di trovarsi in un cella lunga quanto lei sdraiata, non ha un materasso e dorme per terra, su una coperta e ne ha un’altra per proteggersi dal freddo. Non vede nessuno dal 27 dicembre, dal giorno in cui ha incontrato l’ambasciatrice Paola Amedei e non ha ricevuto nessun pacco: nessun panettone, nessun cioccolato, né sigarette, né maglioni, né i quattro libri, né la mascherina per proteggersi dalla luce al neon accesa 24 ore su 24, né beni di prima necessità.
A Cecilia Sala sono stati confiscati gli occhiali da vista e le è riservato lo stesso trattamento delle prigioniere politiche. Dal carcere avevano dato un’altra versione di come stavano le cose : avevano raccontato che è stata scelta una cella singola per farla sentire al sicuro, per farla stare meglio. Avevano aggiunto che finalmente erano riusciti a consegnarle il pacco dell’ambasciata con alcuni dolci, libri e beni di prima necessità.
La giornalista anche ieri nella chiamata con i parenti ha ripetuto : “Fate presto”
Entrata in Iran con visto giornalistico il 14 dicembre, la Sala si trova in isolamento nel carcere di Evin da oltre 10 giorni ed è accusata di aver violato le leggi della Repubblica islamica dell’Iran.
Dopo le ultime rivelazioni sulla condizione della detenuta, la diplomazia italiana ha usato toni perentori: liberazione immediata e garanzie totali sulle sue condizioni di detenzione. La Costituzione iraniana proibisce ogni tipo di tortura, estorsione di confessioni o acquisizione di informazioni, costrizione degli individui a testimoniare, giuramenti forzati e isolamento. Tutte cose che invece accadono sistematicamente all’interno delle mura di Evin.
Nonostante Cecilia Sala non abbia commesso alcun reato e senza nessun’accusa concreta, sembra sempre di più che si tratti di una ripicca per l’arresto di Mohammad Abedini Najafabani, l’ingegnere iraniano fermato all’aeroporto di Malpensa lo scorso 16 dicembre su richiesta degli Usa, che ne chiedono l’estradizione per le accuse di associazione a delinquere, violazione delle leggi sull’esportazione e sostegno ad organizzazione terroristica.